Il labirinto è il luogo in cui perdersi e ritrovarsi, è Alice che incontra il Brucaliffo, è il luogo letterario che ha affascinato le menti di tutti i tempi dall’Antica Grecia, a D’Annunzio fino a Calvino. Nel mondo si sono costruiti nei secoli labirinti di ogni genere e di ogni materiale per deliziare le menti dei potenti e straniarsi dalla realtà, oggi io vi condurrò in un viaggio attraverso i labirinti italiani, un piccola guida turistica per perdersi nelle bellezze del nostro paese alla maniera di Teseo.
Partiamo dal nord est, da Villa Pisani, a Stra (Venezia). La magione che ha ospitato il primo incontro tra Hitler e Mussolini ha, al suo interno, un labirinto di bosso sopravvissuto alle asperità della storia fino ai giorni nostri. Tra queste siepi Goldoni era solito mettere in scena le sue pièce e prima di lui i cavalieri giostravano per la conquista di una dama velata, che mostrava il suo volto solo a chi riusciva a uscire vittorioso dai meandri del labirinto ingannatore.
Del labirinto di Fontanellato (Parma) ne potremmo parlare per ore. L’editore Franco Maria Ricci ha deciso di costruire il labirinto più grande del mondo e per di più di utilizzare per costruire i suoi vicoli il bambù una pianta difficile per manutenzione. L’opera è stata inaugurata il 29 maggio e già si candida per essere meta di turisti provenienti da tutto il mondo. Al suo interno si stagliano una biblioteca, una torre e una chiesa. Giusto per non farsi mancare niente.
L’ombra di Pinocchio aleggia nel labirinto di Villa Garzoni a Collodi (Pistoia). Una scala d’acqua e delle zone d’ombra dove dame e cavalieri, notabili toscani e amanti erano soliti ritrovarsi, nascosti da occhi indiscreti, per scambiarsi promesse d’eterno amore. Ah! Che tempi beati! Oggi ci accontentiamo di sms, email o telefonate, quanto doveva essere romantico perdersi in un labirinto…
Al castello di San Pelagio a Padova non si sono accontentati di un solo labirinto, ma ne hanno voluto ben due. Il primo è il labirinto del Minotauro al quale si arriva dopo molti errori e inciampi. Percorrendolo si incontrano Arianna, Icaro e Teseo in una continua rievocazione del mito cretese.Il secondo è quello degli Specchi, dove il gioco di riflessi rimanda al concetto del doppio che crea straniamento o ai giochi amorosi del perdersi e ritrovarsi: a voi la scelta.
A Caravino (Torino) c’è il Castello di Masino che conserva al suo interno un labirinto botanico costruito in cerchi concentrici tanto che gli è valso l’appellativo di “Strada dei 22 giri”. Gli anelli concentrici girano e scendono verso la valle infondendo una sensazione di libertà una volata finito di girare. È il secondo labirinto più grande d’Italia per estensione.
Il labirinto Kranzenlhof a Merano è piccolo, certo per estensione non può reggere il confronto con quelli succitati e con quelli che vengono dopo, ma ha una particolarità che lo rendere unico nel suo genere: è costruito di viti. Sìcaste, di piante di vite, quelle che fanno l’uva da cui si produce il vino. Ad aumentare il fascino di questo luogo ci pensano i proprietari viticoltori che invitano periodicamente artisti da ogni parte del globo che hanno il compito di decorarlo ogni volta seguendo un tema prestabilito.
Per concludere, una vera chicca italiana: il labirinto del Castello di Donnafugata in provincia di Ragusa. Metri e metri di muri di pietra, i classici muretti a secco che contraddistinguono le costruzioni isolane. Unico nel suo genere, e ce l’abbiamo solo noi!
“Vorrei una discoteca labirinto
Bianca senza luci colorate
Grande un centinaio di chilometri
Dalla quale non si possa uscire.”
Discolabirinto – Susonica